movimento, partitura fisica, drammaturgia Daniele Albanese
musica originale e assistenza alla drammaturgia Maurizio Soliani
regia audio, elaborazione suono/devices Antonio Verderi
luci Vincenzo Alterini
anno di produzione production 2007
cover cover ph Andrea Macchia
“Nemmeno l’allodola vede l’aperto”– è una frase di Heidegger.
Il lavoro prende spunto da questa frase e da alcune considerazioni che fa il filosofo sul rapporto essere umano-animale.
Una riflessione sull’Essere Umano – nella contrapposizione tra organicità e forma – e allo stesso tempo uno studio sul Limite – nello spazio e nella struttura compositiva.
La danza è qui intesa come composizione e coreografia di azioni in un flusso e scambio continuo tra gesto e movimento.
Nell’ uso di un vocabolario occidentale e contemporaneo si è mantenuto il senso del detto orientale secondo cui – L’ostacolo è la via.
Per la partitura fisica sono state selezionate e filtrate alcune azioni e reazioni di un rapporto estremo, ma a nostro avviso quotidiano e diffuso, quello sadomasochista – in un continuo shift tra carnefice e vittima.
Le sonorità rispecchiano un linguaggio di costruzione e non di composizione.
La scoperta di modi sonori all’interno della struttura drammaturgica segue un processo di analisi e sintesi armoniche.
La ricerca fisica e la ricerca sonora percorrono un identico processo di creazione che tende alla definizione di un linguaggio e di un metodo, pur restando all’interno della cornice delle Forme Liquide.
Tiqqun è una parola ebraica e si può tradurre in italiano con la parola Riparazione.
E’ anche il nome di un collettivo con sede a Parigi che con tre bellissime pubblicazioni ha svolto un’analisi e una critica del mondo contemporaneo alla base di questo progetto.